Osvaldo Patrizzi, esperto mondiale di orologeria dal 1961.
D: Come sta andando il mercato degli orologi d'epoca? E come pensa potrà andare in futuro?
R: Come tutte le arti da collezionare vive di alti e bassi, soprattutto in questo periodo politicamente irrequieto, ma le cose belle e le rarità hanno sempre un valore. Basta vedere che alle aste si battono pezzi a cifre mai raggiunte in passato e il settore dell'orologeria non è da meno.
D: Tra gli orologi d’epoca, quali sono i suoi preferiti?
R: Sono particolarmente affezionato alle pendole, in casa ne ho una settantina. Con loro ho un appuntamento fisso tutte le domeniche mattina. Il mio hobby è proprio quello di caricarle, controllarle, regolarle, ma anche parlarci...
D: Mi sa dire un orologio d’epoca un po’ sopravvalutato o che non credeva avesse così tanto successo.
R: Sicuramente il Rolex Daytona. Infatti, basti pensare che una scritta sul quadrante posizionata sopra o sotto può far cambiare la quotazione di centinaia di migliaia di euro. Questo però non è collezionismo di orologi o di pezzi rari, ma una mania che ha poco a che vedere con l'arte.
D: E invece un orologio in cui credeva tanto, ma che non è piaciuto al pubblico?
R: Tra gli orologi da polso che hanno una storia sicuramente ci sono i Vacheron Constantin, orologi molto belli anche come design. Potrebbero benissimo essere messi sullo stesso piano dei Patek Philippe e non capisco come mai abbiano un valore dieci volte inferiore.
D: Cosa consiglia a chi oggi vorrebbe comprare un orologio da polso vintage?
R: Sicuramente punterei su Rolex e Patek, ma anche Omega, Vacheron Constantin e Cartier. Sono quelli che hanno più da insegnarci per la loro storia, per la loro qualità ma anche quantità (Audemars Piguet ad esempio ha fatto pochi modelli...).
E' la quantità che crea il mercato e alimenta il collezionismo.